Gianfrancesco Pico della Mirandola “Il letteratissimo”

Di Ada Traldi

Presentazione

 

                   Sono lieto di presentare per la pubblicazione la tesi di laurea di suor Ada Traldi, tra le migliori tra le migliori di cui io abbia seguito negli ultimi anni l’elaborazione, sia per la serietà del metodo con cui la ricerca è stata condotta, sia per l’attendibilità e l’utilità dei risultati. Spinta da un grande amore per la propria  terra e per la sua storia, amore che si manifesta  scopertamente nella Premessa e nel primo capitolo dedicato alla storia di Mirandola e dei suoi Signori, ma che non fa mai velo all’obiettività dei dati e del giudizio critico, suor Ada mette a fuoco la figura e la tragica vicenda  storica di Gianfrancesco Pico, con l’intento, che mi pare pienamente conseguito, di sottrarlo al destino che gli hanno per lo più riservato  gli studiosi del grande zio, di ricordarlo solo per dare maggior risalto alla grandezza di quello, contrapponendo tra l’altro, il suo pietismo di savonaroliano, all’umanesimo naturalisticamente interpretato di Giovanni.             E’ reale, si chiede la studiosa, questo <> tra zio e nipote?    La Traldi naturalmente non menoma, anzi ribadisce la differenza di valore tra lo zio e il nipote col fatto stesso di presentare quest’ultimo come fedele biografo e conservatore del pensiero di Giovanni.  Ma attraverso un’attenta ricostruzione della personalità ralgiosa e delle posizioni filosofiche di Gianfrancesco, e sulla scorta dei suoi numerosi scritti e di quelli stessi di Giovanni , tra cui , particolarmente importante in questa prospettiva, l’esposizione<< Delle dodici regole  per avviarsi alle virtù e resistere  alle tentazioni del mondo>>, riprodotta in Appendice, essa dimostra che zio e nipote non solo concordano sostanzialmente nella difesa della libertà e dignità dell’uomo  e nel giudizio sull’astrologa, ma sono anche accomunati dalla stessa spiritualità, dai medesimi ideali, dalla stessa profonda fede cristiana.

Non fanatico, nè bigotto; ma pur capace di opporsi anche al papa nella condanna dalla corruzione ecclesiastica e nella difesa del Savonarola e nei suoi seguaci, i limiti di Gianfrancesco appaiono semmai quelli del suo tempo nel fatto di aver considerato suo dovere di principe cristiano operare come <> dell’inquisizione nella repressione della stregoneria.         Era intenzione di suor Ada di trattare a fondo anche naturalmente, l’aspetto letterario della personalità del <> Gianfrancesco. [….]

                                                                                                  Prof. Enzo Noè Girardi

                                                          Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano

SOMMARIO

Premessa

I     – Costruzione del castello di Castelfranco

II    – Costruzione di Castel Leone e i suoi confini

III  – Giurisdizione ecclesiastica Nonantolana sul Forte

Urbano e dintorni

Edito da LITOGRAFIA NUOVA GRAFICA DI CARPI 1994

Formato 24 x 17

Pagine 320

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