Il monastero di San Silvestro di Nonantola all’epoca dell’abbaziato Pietro

Autori: Maria Stella Zoboli

PRESENTAZIONE

Nata dalla rielaborazione di una tesi di laurea discussa con il Prof. Vito Fumagalli e con me all’Università di Bologna nell’anno accademico 1993-1994, questa monografia, all’interno del ricco panorama della produzione riguardante il celebre monastero di S. Silvestro di Nonantola, si presenza innanzitutto in termini di novità: che io sappia mai il tema era stato affrontato, incentrandolo su un singolo abbaziato , nella fattispecie quello del secondo abate, Pietro, successo al fondatore Anselmo. Scelta , peraltro, assai pertinente, laddove si rifletta che la stessa memoria storica del cenobio era allora avvertita tramite il riferimento alla successione degli abati, come testimonia il noto catalogo, e laddove si consideri che quello di Pietro rappresentò certamente uno dei periodi più fulgidi e decisivi della storia del monastero, caratterizzato da una prima vera pianificazione patrimoniale e da una larga intraprendenza politica, ma soprattutto segnato da un raccordo vitale con l’impero e con altri importanti cenobi dell’Europa carolingia, quali San Gallo e Reichenau. Lo spunto di partenza, come spesso accade nel mestiere degli storici , veniva dato dall’esigenza di verificare un problema apparentemente minuto e modesto: chi fosse Pietro ; un locale o un transalpino, forse legato da vicoli parentali con Carlo Magno, secondo una prassi ricorrente bene evidenziata dal caso dell’abate di Bobbio , Wala. Il quesito è rimasto irrisolto, a tutto vantaggio di una ricerca e stimolante ,tesa ad assegnare al personaggio il suo ruolo, la sua giusta dimensione. Ne esce una figura di spicco di quell’impero che stava progressivamente costruendo e al quale i monaci diedero un contributo formidabile in tutti i sensi. Quello di Pietro in particolare fu di potenziare le basi patrimoniali del cenobio, di rafforzare il radicamento locale senza mai perdere di vista il raccordo con l’imperatore, cui veniva assicurato il pieno appoggio, la più ampia disponibilità. I diplomi di immunità non rappresentarono allora una censura ne gettarono le basi di un tranquillo isolamento; tutt’altro: l’ambasceria a Costantinopoli con il collega Amalario, le folle di confratelli che animarono i chiostri e le celle della grande abbazia longobarda, i frequenti rapporti con i prestigiosi monasteri d’Oltralpe dicono appunto il contrario. [….]

Bruno Andreolli

Università di Bologna

SOMMARIO

PRESENTAZIONE di B. Andreolli

Capitolo I

IL MONASTERO DI S. SILVESTRO DI NONANTOLA TRA VIII E IL IX SECOLO

  • L’abate Pietro e il problema della penetrazione franca in Italia
  • Dai Longobardi ai Franchi
  • Le vicende del Monastero
  • Note

Capitolo II

LA PROPRIETA’ FONDIARIA

  • L’organizzazione delle aziende fondiarie in età carolingia
  • La conquista dell’incolto
  1. Solidarietà nella campagne: l’esempio di “Flexum”, Solara, Bondeno, Sermide
  2. Chiese e pievi
  • I beni di Ostiglia
  • Miglioramenti aziendali: la permuta dell’anno 813
  • Note

Capitolo III

NONANTOLA , L’IMPERO E BISANZIO

  • Un intreccio di forze
  • Impero bizantino e Impero carolingio
  • L’ ambasceria a Costantinopoli
  • Amalario: un vescovo dell’età carolingia
  • Conclusioni
  • Note

Capitolo IV

LA LISTA MONASTICA DELL’ABATE PIETRO

  • L’abbazia di Nonantola nel quadro dei contatti fra i grandi monasteri europei
  • I libri memoriali
  • L’elenco dei monaci di Nonantola nella tradizione di reichenau e di S. Gallo
  • L’origine del Catalogo degli abati nonantolani
  • Note

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Edito da GRAFICHE 4 ESSE NONANTOLA 1997

Formato 17 x 24

Pagine 288

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