Ti ricordi Radioattiva?

NONANTOLA 94,500 MHz….

Ti ricordi Radioattiva ?

1978 – 1981

C’è qualcosa nell’aria che non si può ignorare, è dolce ma forte e non ti molla mai è un’onda che cresce e ti segue ovunque vai. E’ la musica, la musica ribelle che ti vibra nelle ossa che ti entra nella pelle, che ti dice di uscire che ti urla di cambiare….. I suoni, la musica, come gli odori e i sapori , risvegliano ricordi e le emozioni, hanno il potere quasi magico , di riportarti indietro a quei particolari momenti in cui le sensazioni, le più forti, sono rimaste impresse. Quando mi capita di ascoltare questo pezzo scritto nel 1976 da Eugenio Finardi, ecco che subito mi tornano in mente gli anni, che ricordo formidabili, della nostra radio: Radioattiva. Ricordo lo spirito e l’impegno che li animava, i sogni, le innumerevoli illusioni unite alle dolorose contraddizioni, come il rifugiarsi in realtà artificiali, ma anche la voglia di stare a fare insieme, di condividere esperienze, buttarsi nella mischia, il desiderio di libertà e il piacere di inventare e lavorare, con fantasia a qualcosa di nuovo, che potesse gratificare te stesso e gli altri. In queste pagine vorrei provare a raccontare la memoria di quegli anni e soprattutto di Radioattiva. La musica è da sempre strettamente legata alla radio, strumento eccezionale per la diffusione e conoscenza delle novità discografiche e non solo. L’idea delle radio libere che esplosero in Italia nella metà degli anni 70, offrendo a tutti la possibilità di ascoltare le canzoni e le voci della gente comune, suoni e linguaggi alternativi a quelli dell’emittente di stato, venia da lontano. In quegli anni bisogna ricordare che sul territorio nazionale l’offerta radiofonica in FM, tolta la Rai, si limitava a Radio Capodistria, Radio Montecarlo e alla Radio Vaticana che trasmettevano pur sempre da territori fuori confine. Aprire una radio in Italia era un’operazione al limite della legalità. Alcuni precursori con spirito pionieristico avevano iniziato a trasmettere già da qualche tempo sfidando le denunce della Rai, la Polizia di Stato e le ordinanze di sequestro di qualche pretore, ma per la proliferazione delle frequenze si dovette aspettare il 1976 e la storica sentenza della Corte Costituzionale del 28 luglio che dichiarando superate le leggi che vietavano trasmissioni in ambito locale , apriva la strada al fenomeno di diffusione della radiofonia privata in Italia. Per aprire una ”radio libera” bastavano un trasmettitore, un amplificatore anche da pochi watt, una antenna, un ripetitore e naturalmente una frequenza non occupata, poi un mixer, microfoni, cuffie, piastre di registrazione, giradischi, un registratore a bobine o a cassette, tutto materiale che andava bene anche si seconda mano, un buco qualsiasi come sede e qualche soldo per partire, ma soprattutto un gruppo ben affiatato e disposto a coprire diverse ore giornaliere di trasmissione. La differenza vincente rispetto alle emittenti radiofoniche ufficiali era chele radio libere erano sempre accese e disponibili con le tematiche più diverse , con la musica più nuova, vivaci e originali, pronte a farti compagnia, organismi flessibili, con strutture leggere, e dinamiche, che agivano a livello locale e i cui programmi a seconda del gradimento potevano durare mesi, anni o lo spazio di pochi giorni.

SOMMARIO

Edito da GRAFICHE 4 ESSE NONANTOLA-2007

Formato 24 x 22

Pagine 24

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