LA DISPERSA BIBLIOTECA DEI CODICI DELL’ABBAZIA DI NONANTOLA – Il CODICESESSORIANO n.ro 33

Autore: Mariapia Branchi

Prefazione

Avrei dovuto spiegarvelo prima , e credevo che lo sapeste. Voi sapete che la nostra biblioteca non è come le altre “. “So che ha più libri di ogni altra biblioteca cristiana. So che a petto dei vostri armaria quelli di Bobbio o di Pomposa, di Cluny o di Fleury sembrano la stanza di un fanciullo che appena inizi all’abaco. So che i seimila codici che vantava Novalesa cento e più anni fa sono poco a petto dei vostri…” Del dialogo tra frate Guglielmo e l’abate del monastero, narrato da Umberto Eco ne Il nome della rosa, ricordo ancora il disappunto trasformandosi in sottile delusione, per non aver trovato il nome di Nonantola tra le biblioteche abbaziali citate. E’ difficile immaginare che un grande monastero come Nonantola non avesse una biblioteca degna di essere ricordata: qui si producevano ricchezza e cultura, nelle sue sale numerosi notai rogavano atti curando gli interessi dell’abbazia e inventando contemporaneamente un inedito tipo di scrittura. Sui banchi dello scriptorium si realizzavano oltre ai codici per la biblioteca abbaziale anche quelli commissionati da altre abbazie e si ricercavano nuovi repertori per decorazioni e miniature; i suoi monaci venivano inviati come ambasciatori ai confini del mondo cristiano e viaggiando tessano legami e rapporti con altri grandi abbazie europee; sotto le volte del coro si cantavano le lodi del Signore sperimentando e sviluppando un’innovativa notazione musicale ; le sue mura accoglievano e ospitavano Papi e Imperatori le cui bolle a favore dell’Abbazia sono ancora conservate nell’Archivio; le reliquie di sette Santi erano custodite nella sua cripta e la loro costante venerazione ne diffondeva il culto e portava generose offerte che servivano ad abbellire le strutture e ad accrescerne la fama; famosi scultori ne ornavano capitelli, finestre e portale, maestri orafi ne cesellavano il tesoro, esperti pittori raccontavano sulle pareti la vita degli apostoli e le storie dell’Ordine Benedettino, sempre rivendicando e mantenendo autonomia nelle diverse scelte culturali e politiche. E allora che fine ha fatto quella biblioteca ? Dispersa, distrutta, rubata , dimenticata? Probabilmente tutte queste cose insieme. Le grandi biblioteche monastiche, custodi per secoli di cultura e civiltà , decaddero inesorabilmente insieme alle stesse abbazie che le avevano prodotte; gli scriptoria cessarono di essere le officine dove si costruivano i nuovi codici, si riparavano quelli ormai consunti, si inventavano stili e si elaboravano miniature. [….]

Massimo Baldini

Edito da GRAFICHE 4 ESSE NONANTOLA – 2002

Formato 30 x 21

Pagine 32

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